La Villa

Villa Dominici si immerge nel verde di un grande giardino percorso da un rigoglioso limoneto che avrete modo di apprezzare non solo nella sua vivacità cromatica, ma anche nel gradevolissimo profumo che emana lungo lo spazio circostante.
Appena entrati verrete accolti da una sensazione di piacevole benessere che solitamente accompagna coloro che si ritrovano inaspettatamente in un luogo del tutto inedito.
La varietà del paesaggio naturale e la ricchezza di richiami al passato dell’antica casata nobiliare del fondo Dominici offrono una cornice suggestiva nella quale accogliere gli ospiti di un banchetto nuziale o di qualsivoglia forma di consesso festoso.
Un lungo viale alberato conduce dall’ingresso del grande giardino allo spazio antistante la villa, dove nei mesi piu caldi viene allestito il banchetto. Durante il periodo invernale i vostri ospiti saranno, invece, accolti all’interno della villa.

La preparazione del banchetto, demandata alla nostra cura, si rivela attenta e dedita ai particolari fino alle minuzie apparentemente più insignificanti, nella ferma convinzione che i dettagli non costituiscano semplicemente un «dettaglio» nell’organizzazione di un evento, ma rendano ogni evento unico e irripetibile.
Il banchetto è una delle forme più antiche di riunione festosa, è un rito con il quale si vuole celebrare in compagnia dei propri cari un avvenimento che riveste particolare importanza lungo il corso della nostra vita.
Se siete convinti, come lo siamo noi, che prendere parte ad un convito non significhi semplicemente adempiere ad un obbligo sociale, ma rappresenti un momento di autentica condivisione e gioia, siamo la risposta adeguata alle vostre esigenze e aspettative.

Cenni storici

L’amministrazione del fondo Dominici di Carini

Il fondo Dominici, che faceva parte del Principato di Carini di cui erano titolari i La Grua Talamanca, a partire dalla seconda metà del secolo XVII risulta amministrato dai baroni De Marchisio eredi e discendenti di un Andrea De Marchisio cui era stato concesso il 12 ottobre 1668 il titolo di barone di Oronte per sè, i suoi eredi e successori “et quos voluerit usque in infinitum”. La famiglia De Marchisio era oriunda di Genova e Andrea aveva sposato Elisabetta Bonelli, figlia di Vincenzo e Antonina Cirullo. L’amministratore si occupava della gestione del fondo Dominici con i suoi beni. “luoghi e case aggregate in essi in Carini” acquistando, in piena legalità, ampia ingerenza nella vita amministrativa di tutto il territorio divenendo, al tempo della formazione della “Universitas” di Carini, Tesoriere della stessa. Della tenuta facevano parte il fondo Serri, la masseria d’Inici, il luogo di Caruso, il luogo del Piano di Mastro Cristofaro, il luogo del Passo d’acqua, il luogo di Colubrina, il luogo di Colonna, l’uliveto di Guarnaccia e il luogo di Terrasini.

Nel 1750 troviamo come amministratore del fondo, per conto del Principe di Carini, il barone Antonio Marchisi primogenito di Vincenzo. Antonino Marchisi era nato a Carini il 20 marzo 1703 ed ivi aveva sposato Benvenuta Aurora Pizzardo.

Gli succede il figlio Vincenzo “…dal 26 novembre 1770 per atto di elezione in persona del barone Don Vincenzo Marchisi nuovo Tesoriere per la morte seguita dal fu Don Antonino per conto dell’Università di Carini”.

Nella prima metà del secolo XIX l’amministrazione passa al cavaliere Antonio Franco che aveva sposato Caterina Marchisi Costantino erede del fratello Vincenzo, morto senza figli. Va notato che a quest’epoca i Franco non erano più semplicemente amministratori, ma proprietari a seguito dell’abolizione delle feudalità (1812). Figlio di Vincenzo e di Ignazia Pizzardo, il cavaliere Franco fu avvocato in Palermo, Presidente della Corte Suprema di Giustizia e ministro. A questo periodo risale la costruzione della dimora signorile nel fondo, forse trasformazione di un precedente “baglio” o “casena” secondo il gusto dell’epoca attestato ad esempio nella Piana dei Colli. Sul portone principale si possono tuttora leggere le iniziali del Franco (C.A.F. = Cavaliere Antonino Franco). Una parte dei locali della dimora signorile è oggi adibita a ristorazione.

(Notizie tratte da: Angela Randazzo (1951).

L’amministrazione del fondo Dominici di Carini, in “Gli Archivi non statali in Sicilia” ed. Palma, Palermo 1994.

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